Nel momento in cui ci viene sottoposto un possibile errore medico, il nostro studio legale interviene solo quando è presente un danno al cittadino.
Noi di Osservatorio Sanità abbiamo 3 sedi che lavorano su tutto il territorio nazionale e ci occupiamo di valutare la sussistenza o meno di ipotetiche responsabilità professionali. Questo lo facciamo esaminando la documentazione che ci viene inviata. Se ci dovessero essere elementi di criticità, quindi un possibile errore medico, seguiamo la pratica attraverso un percorso di dialogo che cerchiamo di intraprendere con la struttura dentro la quale si è verificato il caso.
Il fenomeno della malasanità è importante e conta numeri elevati di casi. Non tutte le segnalazioni che riceviamo riguardano però dei veri errori medici: spesso sono grida di dolore sulla sanità in generale, sulle liste d’attesa infinite o quelle in pronto soccorso. I veri e propri casi in cui si configura un errore medico, tale da poter intraprendere una causa legale, sono circa il 10% delle segnalazioni che riceviamo. Quello che vediamo è comunque un atteggiamento del cittadino nei confronti della struttura ospedaliera sicuramente non sereno e assai conflittuale.
Nonostante questo siamo i primi ad affermare che il medico vada tutelato da azioni legali infondate ed il solo fatto che in nove casi su dieci il cittadino venga dissuaso dall’intraprendere un’azione, rappresenta per il medico competente una garanzia che ci viene spesso riconosciuto anche a livello istituzionale.
Che tipo di errore medico incontriamo più spesso?
Molte segnalazioni riguardano errori sistemici di comunicazione, ad esempio tra un reparto e l’altro.
Per fare un esempio con un caso che abbiamo trattato, una patologia evidente venne ravvisata dal reparto di radiologia ma non venne invece comunicata al reparto di chirurgia. Questo comportò che la persona, operata per un intervento minore, non sapesse di avere un tumore di 4 cm e venisse poi dimessa.
Altre volte l’errore è invece proprio dell’operatore, come il caso in cui durante un intervento chirurgico venne chiusa un’arteria piuttosto che l’altra. Questo comportò la necrosi di tutti gli organi e la morte del paziente.
Gli ospedali sono assicurati per poter risarcire un danno?
La maggior parte delle strutture sanitarie sono in autogestione e non sono quindi assicurate, non avendo nessun obbligo di legge al riguardo. Tuttavia, la mission di Osservatorio Sanità è quella di migliorare il sistema sanitario anche mediante ricorso alle denunce o alle citazioni in giudizio, che riguardano quasi sempre la struttura ospedaliera e non il medico. Questo sempre nell’ottica di tenere lontano dal contenzioso il singolo operatore, le cui responsabilità sono spesso limitate rispetto a quelle della struttura.
L’assenza di copertura assicurativa, non prevista dall’ultima normativa lacunosa sulla responsabilità medica, rende tuttavia pressoché impossibile la definizione stragiudiziale del contenzioso, e ciò anche quando le responsabilità sono palesi ed accertate dai consulenti del tribunale. Il cittadino, dunque, costretto ad intraprendere i lunghi iter giudiziali che, grazie ad Osservatorio Sanità che anticipa ogni spesa, quantomeno non gravano sulla propria economia.
Il nostro compito è infatti quello di assicurare al cittadino danneggiato una giusta assistenza, attraverso le competenze professionali del nostro team, consentendo l’ottenimento di un risarcimento che in molti casi, ha effetti salvifici sulla vita del danneggiato e della propria famiglia
In quale settore si registra maggiormente un errore medico?
Resta fermo il diritto sacrosanto del cittadino di esplorale la verità e ottenere un ristoro dei danni quando quell’errore ha determinato uno squassamento della propria esistenza che lo esclude sostanzialmente dal tessuto sociale. L’ambito ginecologico è quello più delicato in cui maggiormente si verificano questi eventi che non solo riguardano il bambino, il quale dovrà subirne le conseguenze, ma per tutta la famiglia che è destinata a prendersene cura.
Spesso e volentieri sono strutture non adeguate oppure non si pone adeguata attenzione a situazioni gravi che potrebbero essere tempestivamente risolte eseguendo ad esempio un parto cesareo tempestivo e monitorando continuamente ed in maniera competente il benessere del feto.
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