Le infezioni ospedaliere rappresentano una delle principali cause di decesso o lesioni nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Si stima che circa 8 mila persone ogni anno muoiano o subiscano gravi danni irreversibili a causa di batteri contratti in ambito nosocomiale.
Il fenomeno è complesso e difficilmente gestibile, stante la natura tendenzialmente settica delle strutture ospedaliere, dove i germi hanno maggior facilità ad aggredire i fisici debilitati dei pazienti .
L’infezione avviene di solito nelle prime 72 ore ed è causata dall’esposizione di un soggetto, già con una salute precaria, in un ambiente chiuso, dove i germi possono andare a colonizzare il paziente. Il contagio può avvenire tramite contatto con i personale medico, l’uso di strumentazione non sterile o qualsiasi cosa presente nella stanza.
Il miglior modo per prevenire tali situazioni è pulire e disinfettare tutti gli ambienti. Ma a volte questo non è sufficiente. Viene comunque stimato che il 60% delle infezioni potrebbe essere evitato con una adesione alle indicazioni delle linee guida di prevenzione, che il paziente che ne risulta colpito ha un rischio maggiore di morte da 2 a 11 volte, che oltre il 70% di questi decessi sono direttamente attribuibili alla SSI” [Surgical Site Infection] ( D.J. ANDERSON, Strategies to Prevent Surgical Site Infections in Acute Care Hospitals: 2014).
Procedure standard di prevenzione delle infezioni ospedaliere
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato linee guida per la prevenzione base per evitare la trasmissione dei germi.
Azioni semplici, che tutto il personale medico e i visitatori dovrebbe mettere in atto.
- igienizzare le mani;
- smaltimento di aghi e bisturi immediatamente dopo il loro uso;
- uso di guanti, mascherine, camici monouso etc;
- indicazione dei comportamenti che anche i visitatori dovrebbero tenere
Accortezze queste che possono sembrare banali, ma che invece fanno la differenza per prevenire l’insorgenza di infezioni ospedaliere e quindi di responsabilità medica .
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