Francesco Lauri: “I politici sono lontani dalla realtà dei fatti, la trincea dei Tribunali è un’altra storia”

Nelle ultime settimana si sta discutendo molto sul tema della responsabilità professionale dei medici, è infatti in discussione un Disegno di Legge molto controverso. Il documento, dal titolo “Disegno di Legge in materia di responsabilità professionale del personale sanitario”, è stato esaminato anche dall’Osservatorio Sanità, associazione che tutela cittadini e medici, che ha messo a disposizione la sua esperienza sul campo e ha tratto conclusioni non proprio tranquillizzanti.

Secondo l’Associazione il testo del nuovo DDL, così come è impostato, fornisce giustamente al personale sanitario maggiori garanzie, rispetto al recente passato, qualificando come extracontrattuale la responsabilità professionale del medico ed introducendo l’obbligo di malleva da parte della struttura sanitaria all’interno della quale si è verificato l’errore. Ma per il cittadino danneggiato, la situazione è molto diversa. Infatti, la condivisibile e necessaria introduzione dell’obbligatorietà della copertura assicurativa da parte delle strutture sanitarie, se non è accompagnata dalla possibilità di citare direttamente in giudizio la Compagnia Assicuratrice dall’inizio dell’iter processuale (come avviene ad esempio nel comparto della responsabilità civile per il settore auto) rischia di tradursi in una vittoria di Pirro, stante l’attuale prassi in virtù della quale le compagnie restano spesso – per tacito accordo tra assicuratore ed assicurato – estranee ai processi.

“I politici sono lontani dalla realtà dei fatti e la trincea dei Tribunali è un’altra storia – commenta Francesco Lauri, Presidente di Osservatorio Sanità – perché quello che accade normalmente è molto distante dalla logica del DDL in questione. Diciamo che si cita in giudizio un Ospedale che è assicurato ma per un accordo tra lo stesso e la Compagnia Assicuratrice quest’ultima non viene citata in giudizio. Il processo va avanti,il cittadino danneggiato vince la causa ed ottiene una sentenza sulla base della quale si chiede di pagare il risarcimento all’Ospedale che ha (per l’esistenza di una vecchia norma legata ai pagamenti della P.A.) 120 giorni per provvedere. Se l’Ospedale non paga, ed è quasi la regola, si tenta nei suoi confronti l’esecuzione\ pignoramento che nella stragrande maggioranza dei casi va a vuoto perché le sue casse sono vuote. E’ solo a questo punto che la Compagnia Assicurativa si fa viva e propone una transazione al ribasso. A questo punto il cittadino stremato o necessitato accetta”.

Di recente l’associazione ha chiamato a raccolta i massimi esperti in materia in un convegno dal titolo “La Responsabilità Medica: i risultati, fallimenti e prospettive” proprio per fare il punto sullo stato dell’arte ed interrogarsi su quali siano le esigenze reali per migliorare il sistema della responsabilità medica alla luce dei contenuti del Testo del nuovo DDL in materia di responsabilità professionale del personale sanitario. E’ emersa unanimemente la necessità di importanti e sostanziali interventi, per evitare che ci si trovi di fronte all’ennesimo tentativo di cambiamento inefficace perché troppo poco aderente alla realtà che si riscontra quotidianamente negli iter processuali sul risarcimento del danno.

Uno dei fattori più negativi per il sistema del risarcimento per errore medico, sempre secondo Osservatorio Sanità, va ravvisato soprattutto nella fuga delle grandi compagnie assicurative, spesso scoraggiate dai parametri fuori dagli standard europei per il risarcimento del danno morale, dagli automatismi risarcitori operati dai Tribunali che fanno volare alle stelle le cifre da risarcire nel caso di nuclei familiari molto estesi e dai tempi di prescrizione decennali.

“Oltre all’esigenza di una tabella nazionale sulle lesioni macropermanenti, occorre rivedere al ribasso i parametri per il risarcimento del danno morale da morte – sottolinea ancora Francesco Lauri – ed introdurre la disamina dell’effettivo legame tra i parenti estranei al nucleo familiare ed il congiunto defunto, per evitare il meccanismo del risarcimento automatico erogato indistintamente a tutti i parenti legittimati a richiederlo. In questo modo ci si avvicinerà agli standard degli altri paesi europei e sarà forse possibile far tornare le grandi compagnie di assicurazione che, a differenza di quelle che sono proliferate negli ultimi anni, danno maggiori garanzie di solidità e solvibilità. Sarà così certo che i cittadini percepiranno l’esatto importo del risarcimento decretato dalla sentenza, senza paradossali transazioni al ribasso”.

Da scongiurare invece sarebbe l’attuazione della norma del DDL che prevede la pratica dell’autoassicurazione delle strutture sanitarie in alternativa alla assicurazione classica perché, salvo limitatissimi casi legati a Regioni virtuose, nella pratica sembra non funzionare affatto.

 

fonte: http://www.ilfonendoscopio.it/index.php/Professione-Medicina/Osservatorio-Sanita-Il-DDL-sulla-responsabilita-professionale-medica-va-modificato