Le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziarie) sono sicuramente il luogo che ha risentito di più dell’emergenza Coronavirus insieme agli ospedali. Nel giro di poche settimane sono sorti moltissimi casi in tutta Italia di focolai mal gestiti che si sono rapidamente diffusi a macchia d’olio, portando il contagio da Covid-19 a livelli quasi incontrollabili. Tutto a spesa degli anziani ricoverati.

 

Ma di preciso, cosa è andato storto nelle RSA ?

La prima cosa che viene messa sotto accusa è il fatto che queste strutture siano state lasciate sole nella gestione degli anziani contagiati e nella prevenzione di ulteriori contagi.

Non esistevano delle vere e proprie linee guida da seguire e c’è stata una non corretta (se non assente) distribuzione dei dispositivi di protezione individuale. Come tutti sanno, si è data la priorità alle strutture ospedaliere, lasciando le RSA in balia del Coronavirus dilagante. Alcuni gestori si sono addirittura adoperati in autonomia per recuperare mascherine anche sui mercati esteri, andando incontro a ritardi ed enormi difficoltà gestionali.

Altro punto debole riguarda i tamponi. L’attività di screening è stata inefficace e non è stata prevista in modo sistematico e omogeneo nelle RSA. I casi sospetti tra ospiti e operatori non sono stati sottoposti a test, con conseguente diffondersi del virus, non solo nella struttura ma anche nelle rispettive famiglie degli operatori che, a fine giornata, tornavano nelle proprie abitazioni.

Visto il sovraccarico di pazienti ricoverati negli ospedali, inoltre sono stati bloccati i rapporti con quest’ultimi per evitare di incrementare i ricoveri nelle terapie intensive. Quindi gli anziani malati di Coronavirus sono stati lasciati nelle RSA, senza l’adeguata assistenza sanitaria.

Secondo Francesco Lauri, avvocato e presidente di Osservatorio Sanità, questo era un “disastro annunciato”.

Le Rsa non avevano protocolli fino a qualche settimana fa. E’ una cosa assurda se solo si pensa che quelli che più di tutti dovevano essere attenzionati e allarmati sono stati gli ultimi a partire. Delle circa 600 residenze per anziani controllate dai Carabinieri, il 17% era assolutamente impreparato ad affrontare e gestire l’emergenza. La quasi mancanza di protezioni, mascherine, occhiali e calzari per i medici e i sanitari che operano nelle Rsa ha fatto sì che le fiammelle dell’infezione diventassero un incendio in pochissimo tempo.  Eppure proprio in queste strutture, sono stati mandati i malati Covid a bassa intensità, con la motivazione che si dovevano liberare i reparti di terapia intensiva negli ospedali!”

Incredibile se si pensa che, secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità datato 5 Marzo, proprio la fascia d’età tra i 70 e i 90 anni sarebbe stata la più debole e quindi la più aggredibile dal Coronavirus.

L’Avv. Lauri sottolinea come sarà “giusto ed urgente individuare le responsabilità e punire chi non ha fatto nulla per fermare questa mattanza.

 Quello che noi ipotizziamo e porteremo all’attenzione dei pm è un dolo eventuale. Dolo eventuale è quando tu, direttore sanitario e proprietario di una Rsa, sai che c’è un rischio ma te ne disinteressi, te ne freghi, e proprio grazie a questo comportamento negligente l’evento si verifica. 

 Questo modo di agire ha comportato che si sono infettati medici e infermieri e sono dovuti andare in quarantena, col risultato di avere personale ridotto quando ne sarebbe servito addirittura di più. Ma non solo. 

 Alcune testimonianze che stiamo raccogliendo in questi giorni ci portano a ritenere che vi sia stato un ordine non tacito ma esplicito, da parte di chi gestisce queste strutture, a lasciare gli anziani al letto il più possibile. La parola d’ordine, e forse il vero e proprio ordine, è stato di lasciarli allettati.

 Ma un anziano che resta allettato, cui sia negata la mobilità, è condannato ad aggravarsi e quindi a morire. Se davvero quest’ultima ipotesi fosse confermata saremmo ben oltre il dolo. Saremmo all’omicidio colposo”.

 

Ci auguriamo che venga fatta luce il prima possibile su questi tragici eventi che riguardano le RSA e non solo.  

In questo momento infatti, Osservatorio Sanità sta raccogliendo segnalazioni di familiari deceduti nelle RSA da porre all’attenzione della magistratura penale e civile.

 

 

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